Di assai aridità mi vivo,
mio Dio;
il mi verde squallore!
Romba alta una notte
di caldi insetti;
il cordiglio mi slega
la tunica marcia d'orbace:
mi cardo la carne
tarlata d'ascaridi:
amore, mio scheletro.
Nascosto, profondo, un cadavere
mastica terra intrisa d'orina:
mi pento
d'averti donato il mio sangue,
Signore, mio asilo:
misericordia!