Anche mi fugge la mia compagnia,
donne di ghetto, giullari di taverna,
fra cui passai gran tempo,
e morta è la ragazza
a cui ardeva il volto perenne
unto d'olio della pasta àzzima
e la buia carne d'ebrea.
Forse è mutata pure la mia tristezza,
come fossi non mio,
da me stesso scordato.