Un sole rompe gonfio nel sonno
e urlano alberi;
avventurosa aurora
in cui disancorata navighi,
e le stagioni marine
dolci fermentano rive nasciture.
Io qui infermo mi desto,
d'altra terra amaro
e della pietà mutevole del canto
che amore mi germina
d'uomini e di morte.
Il mio male ha nuovo verde,
ma le mani son d'aria
ai tuoi rami,
a donne che la tristezza
chiuse in abbandono
e mai le tocca il tempo,
che a me discorza e imbigia.
In te mi getto: un fresco
di navate posa nel cuore:
passi ignudi d'angeli
vi s'ascoltano, al buio.