A un poeta nemico (A Giuseppe Marotta)


Su la sabbia di Gela colore della paglia
mi stendevo fanciullo in riva al mare
antico di Grecia con molti sogni nei pugni
stretti e nel petto. Là Eschilo esule
misurò versi e passi sconsolati,
in quel golfo arso l'aquila lo vide,
e fu l'ultimo giorno. Uomo del Nord, che mi vuoi
minimo o morto per tua pace, spera:
la madre di mio padre avrà cent'anni
a nuova primavera. Spera: ch'io domani
non giochi col tuo cranio giallo per le piogge.