D'alberi sofferte forme


Ora matura, primizia del sole
la luce che destò d'intorno
d'alberi sofferte forme,
e sospirar d'acque
che la notte confuse alle parole,
e sollevate l'ombre
si piegano alle siepi.

Inutile giorno,
mi togli da spazi sospesi,
(deserti spenti, abbandoni)
da quiete selve
avvinte da canapi d'oro,
cui non muta senso
lo stormire dei venti
che d'impeto crolla,
né volgere di stelle.

Il cuore mi scopri sotterraneo,
che ha rose e lune a dondolo,
e ali di bestie di rapina
e cattedrali, da cui tenta
altezze di pianeti l'alba.

Ignoto mi svegli
a vita terrena.